Cà del Bosco - Cuvée Annamaria Clementi Franciacorta DOCG 2001

Bevuto ieri sera durante una serata passata all'AIS di Roma, questo spumante metodo classico o, meglio, questo Franciacorta come amano chiamarlo i produttori della zona, viene prodotto dal 1979 unicamente con le migliori uve (60% Chardonnay, 20% Pinot Bianco e 20% Pinot Nero), rigorosamente selezionate. Leggendo la scheda tecnica si scopre che il mosto, dopo aver iniziato la fermentazione alcolica in vasche d'acciaio termocondizionate, viene travasato in piccole botti di rovere, dove termina la fermentazione alcolica e si svolge anche la fermentazione malolattica. Segue la maturazione in piccole botti di rovere per un periodo di 7 mesi nelle cantine interrate alla temperatura costante di 12°C. L'azienda informa inoltre che lo sciroppo di dosaggio è composto unicamente da vini bianchi maturati in piccole botti di rovere e da una minima quantità di zucchero e che la permanenza sui lieviti è di circa 5 anni e mezzo.

Degustando il Franciacorta possiamo subito notare che ci troviamo di fronte ad un prodotto di grande eleganza in quanto nel bicchiere il perlage si presenta molto fine e persistente. Il naso è abbastanza complesso e di grande pulizia aromatica, dove si percepiscono nettamente note di frutta secca, in particolare nocciola tostata, lievito, burro, cedro candito, scorza di arancia, mela.
In bocca lo spumante si presenta molto fresco, ricco, di grande struttura anche se non ancora perfettamente equilibrato visto che, data la giovinezza, la componente acida è ancora prevalente sulle altre. Finale decisamente lungo su ritorni di frutta secca e agrumi.
Un grande spumante italiano che cerca di togliere quote di mercato allo Champagne francese anche se, secondo me, non è così concorrenziale dato che allo scaffale costa più di 60 euro. Sapete a quel prezzo quanti Champagne di grande eleganza si possono acquistare? Tantissimi. E secondo voi tra uno Champagne e un Franciacorta, a parità di prezzo, il consumatore medio cosa preferirà?

E' giusto affrontare con spavalderia la corazzata francese, però ci vorrebbe un minimo attenzione commerciale da parte dei produttori spumantistici italiani, franciacortini e non, perchè altrimenti rischiamo di farci male perchè, ancora oggi, la storia e il fascino risiede ancora sotto la bandiera dei nostri cugini d'oltralpe.

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