Le colline del Prosecco e la tutela Unesco

Leggendo questo articolo sul Corriere della Sera di ieri mi è venuto in mente una cosa: se le colline del Prosecco mirano a diventare patrimonio Unesco, con tutto il rispetto, perchè allora non estendere la proposta alle colline di Montalcino oppure alla Valpolicella? Potrei andare avanti con un milioni di bellissimi posti in Italia che nessuno si caga a livello politico. Si vede, in questo caso, che Giancarlo Galan aspira a prendere il posto di Zaia. Che ne pensate? Intanto date una letta qua sotto!

Le colline del Prosecco si presentano con l’abito delle feste per la candidatura a patrimonio dell’umanità dell’Unesco: oltre seimila ettari di vigneti iscritti all’albo di denominazione Docg, che hanno prodotto nel 2009 più di 60 milioni di bottiglie, per un valore di 380 milioni di euro. A proporre la candidatura è stato ieri il ministro dell’agricoltura Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto per 15 anni, che ben conosce le colline della Marca, e del Coneglianese in particolare. «È uno dei paesaggi rurali più significativi d’Europa - ha dichiarato il ministro -. Si tratta di un’ulteriore occasione per far conoscere al mondo la bellezza di un territorio che già conta cinque siti patrimonio dell’umanità». È passato meno di un anno dall’ingresso delle Dolomiti, perla del Veneto, fra i siti dell’Unesco. E ieri le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene hanno brindato alla futura nomination.

La notizia della candidatura infatti, girata all’Unesco dal ministro Galan, è giunta nel bel mezzo del festival del Prosecco superiore di Valdobbiadene e Conegl
iano «Vino in Villa», ospitato nel castello di San salvatore a Susegana: non poteva esserci momento più adatto. E non ha sorpreso per niente gli addetti ai lavori: «Da tre anni abbiamo avviato un percorso rivolto a questo obiettivo - ha commentato il direttore del consorzio di tutela del prosecco Giancarlo Vettorello -. Ci imbarchiamo in un percorso lungo e impegnativo che dovrebbe portare questo territorio, terra di vino vitale e spumeggiante, in un’area vitivinicola protetta dall’Unesco, al pari di altri grandi territori del vino come la valle del Porto in Francia». Le pregiate bollicine Docg continuano ad essere uno dei prodotti trevigiani più ricercati sul mercato, sia nazionale che internazionale. Neanche la crisi ha messo in dubbio il loro valore, e la produzione nel 2009 ha registrato addirittura un segno più, con ben 8 punti percentuali di aumento rispetto all’anno precedente, un terzo della quale volato al di là dei confini.

Nel corso della mattinata in Villa, il presidente del consorzio Franco Adami aveva peraltro rimarcato come la Docg assegnata poco più di un anno fa avesse cementato l’identità del Prosecco con il territorio, portando valore aggiunto ad entrambi, aumentando la considerazione del prosecco delle colline trevigiane sui 40 mercati esteri di esportazione. «Il 2010 - ha detto Adami - si apre all’insegna della ripresa e con le scorte in diminuzione». Aggiunge Etile Carpenè, presidente della storica azienda: «Questa proposta di riconoscimento è per noi una grande festa».


Fonte: Corriere della Sera

2 commenti:

Stefano Franceschi "Il Nero" ha detto...

Ottima osservazione, ho scritto anche io sulla cosa e per poco qualche prosecchista mi appendeva al filare più scomodo. Del resto lo stesso consorzio che ha richeisto il riconoscimento UNESCO non ha avuto problemi a dichiarare che lo fa per soldi , ecchisenefrega dei valori e dei principi della cultura e del patrimonio della cultura mondiale! Vendere vendere soldi soldi.
Dico, morissero di fame ma .......

Andrea Petrini ha detto...

Qua ancora i prosecchisti non sono arrivati ma ho un amico produttore che forse forse mi cazzierà :-)