Investire sul vino conviene ancora? I Fine Wine a giudizio degli esperti


Negli ultimi giorni sono usciti una serie di interessanti articoli sui Fine Wine ovvero sui vini di maggior pregio presenti sul mercato mondiale che, spesso, si comprano non per berli ma per specularci sopra (vedi voce investimento).
Paolo Repetto di Vinifera su NewsFood.com fa un bilancio del 2010 cercando di prevedere il futuro dei vini da investimento.
In primo luogo il 2010 è stato l'anno della definitiva consacrazione dell'estremo Oriente come nuova meta privilegiata delle grandi bottiglie, in particolare quelle provenienti da Bordeaux.
I nuovi ricchi cinesi da tempo stanno scalando le classifiche dei migliori acquirenti dei beni di lusso, e fra questi non potevano mancare le etichette di vini più prestigiose, il cui consumo è ormai considerato simbolo del nuovo status sociale raggiunto.
E' naturale che attualmente la loro attenzione sia focalizzata sui Premier Crus di Bordeaux, nell'ambito dei quali si annoverano molte delle più prestigiose etichette del mondo, e le cui caratteristiche sono facilmente apprezzabili anche dai palati neofiti.
Dopo una leggera fase di contrazione della domanda che caratterizzò il primo semestre del 2008, in concomitanza con l'emergere della crisi finanziaria internazionale, l'attenzione e la pressante domanda dei compratori asiatici ha letteralmente fatto decollare la domanda dei Fine Wine bordolesi negli ultimi 2 anni.


Un'etichetta su tutte è stata la vera star del mercato, il primo vino tra i cinque Premier Cru Classée del Medoc, ovvero il leggendario Chateau Lafite Rothschild.
Dalla fine del 2009 e per tutto il 2010, Lafite ha avuto una domanda talmente elevata da parte del mercato cinese da renderlo quasi introvabile, e determinandone un aumento di valore quantificabile in un 90% in due anni e circa 1000% dal 2000 ad oggi.
Naturalmente Lafite non è stato il solo oggetto del desiderio dei nuovi mercati, ma tutti gli altri grandi vini francesi hanno beneficiato di un sostanzioso aumento delle richieste, tanto che l'indice Liv-ex, la borsa internazionale dei Fine Wine, chiuderà l'anno in grandissima crescita.
Il secondo fattore che ha particolarmente favorito il settore è stata la grande vendemmia del 2009, da molti considerata una delle migliori di sempre a memoria d'uomo, e la cui vendita en primeur nell'estate del 2010 è stata un enorme successo.


Quest'anno la campagna di vendita en primeur ha avuto inizio nel mese di giugno, un paio di mesi più tardi rispetto alla normale consuetudine, e la frenetica domanda da parte dei principali mercati di riferimento ha fatto in modo che i valori delle più celebrate etichette di Bordeaux abbiano raggiunto quotazioni impensabili sino a pochi mesi fa, mediamente raddoppiate rispetto ai certificati di vendita relativi all'ultima straordinaria annata, la 2005.
Il risultato delle aspettative sulla campagna primeur 2009 ha però determinato un incontrollato aumento di prezzo sulle etichette "minori", trascinati dalle quotazioni dei vini più inseguiti, e la bontà dell'investimento su queste ultime sarà da dimostrare nei prossimi anni.

A conferma di tutto questo, le case d'asta internazionali specializzate nei Fine Wine, Christie's e Sotheby's in testa, hanno registrato nel 2010 il loro record in termini di fatturato, in particolare nelle loro sedi di Hong Kong, Londra, New York e Ginevra.
Ciliegina sulla torta, l'andamento climatico del 2010 in Francia ha permesso quest'anno a Bordeaux una vendemmia di tale qualità che è già stata paragonata alle annate 2005 e 2009, ed amici che hanno partecipato alla vendemmia ed alle vinificazioni mi hanno confermato tali sensazioni.
Se nella primavera del prossimo anno gli assaggi dalle botti di questa annata (ai quali avrò la fortuna di partecipare) confermeranno le attese, la campagne di vendita dei primeur 2010 si preannuncia già un successo. 


Le premesse per un 2011 positivo per il settore dei Fine Wine sembrano quindi esserci tutte, ma in un mondo che ha dimostrato di saper cambiare rapidamente, è necessario sapersi muovere con attenzione. Come sempre il mio consiglio è quello di non improvvissare, perché l'investimento sui vini pregiati richiede sempre più competenze che non possono essere compensate solo dalla passione o dall'intuito.
Sulla base degli accadimenti degli ultimi mesi e dei segnali del mercato, ecco cosa mi aspetto dal 2011:
1. Mouton Rothschild, Latour, Margaux, Haut Brion, Cheval Blanc e Ausone vedranno una costante crescita delle loro quotazioni, spinte dalla richiesta del mercato asiatico. In particolare Mouton si appresta a diventare protagonista del mercato nel 2011 e 2012.
2. Lafite vedrà una stabilizzazione dei prezzi ed un ridimensionamento delle attuali valutazioni "stellari", ma senza un drastico calo dei prezzi.
3. L'annata 2000 dei top di Bordeaux emergerà in tutta la sua eccellenza e sarà attivamente ricercata, con conseguente aumento delle sue quotazioni.
4. Chateau d'Yquem irromperà sul mercato asiatico con importanti plusvalenze sulle sue attuali stime, in particolare per l'anna 2007.
5. I cosidetti "2em vins"dei Premier Crus di Bordeaux vedranno aumentare sensibilmente la loro richiesta, e raggiungeranno quotazioni inimmaginabili sino alla fine del 2009.
6. La domanda pressante sui grandi Borgogna e Champagne da parte del mercato asiatico non si farà sentire sino alla metà del 2012, comprare questi vini nel 2011 potrebbe rivelarsi un ottimo affare.
7. I prezzi dei Primeur 2010 di Bordeaux relativamente ai 1er Cru Classé saranno così elevati da demotivare all'acquisto gli storici mercati europei e statunitensi. Nel 2013 la maggioranza delle casse di questi vini si troveranno nel sud est asiatico.
8. Molte aziende di Bordeaux che non rientrano nella cosiddetta "prima fascia" entreranno in crisi a causa dell'eccessivo aumento di prezzo dei loro vini, sull'onda della campagna primeur 2009-2010 e del fermento del mercato mondiale. I magazzini colmi dei négociants potrebbero determinare una svendita di alcune etichette, con possibili infauste conseguenze sulle valutazioni di molti vini.
9. I grandi vini italiani inizieranno a farsi sempre più strada tra i wine lovers e gli investitori, anche grazie al crescente apprezzamento della cucina italiana in tutto il mondo. Su tutti sarà Sassicaia il portabandiera, per il quale prevedo ottime performance finanziarie nel prossimo anno.

Tornando all'indice l'Liv-ex, la borsa internazionale dei vini pregiati, questo indicatore nel 2010 ha stabilito che, negli ultimo dodici mesi, i Fine Wine di Bordeaux sono risultati un investimento più redditizio dell’oro, del petrolio e delle azioni.
L’indice Liv-Ex Fine Wine 50, che monitora i premier cru di Bordeaux nell’andamento del loro valore su dieci diverse annate, ha fissato in un +57% la loro crescita in valore nel 2010, rompendo la barriere dei 400 punti a dicembre.
Nel 2010 l’oro è aumentato di valore del 35%, il petrolio del 20% e i principali indici azionari, S & P 500 e FTSE 100, sono saliti rispettivamente del 13% e dell’11%.
Secondo l’analisi di Liv-Ex questi aumenti, come spiegava anche Repetto, sono da ricollegare principalmente alla domanda eccezionalmente forte domanda dei mercati asiatici, Cina e Hong Kong in particolare.

Alla luce di tutto questo sapete che penso? Avrò magari pochi soldi in tasca ma io il vino me lo bevo e.....sticazzi del Lafite!

Fonti: www.newsfood.com e www.decanter.com via Winenews.it

1 commento:

Davide Bonucci ha detto...

Quoto le ultime tre parole! :-)
Cercherò di investire soprattutto su me stesso, più che sui vini francesi, molti dei quali assurdamente sopravvalutati rispetto a italiani buonissimi, con l'unica colpa di avere meno storia (quindi meno fuffa, meno fumo negli occhi, meno cortina fumogena)